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A Pasqua i cancelli della Pinetina, l'ex parco Pineta di Vezzano, erano aperti, ma dal 31 dicembre 2023 la storica area verde non ha più un gestore. Uisp, che nella primavera del 2021 aveva vinto un bando superando altri 5 concorrenti, ha deciso di non prolungare la propria esperienza come soggetto incaricato. L'EcoParco della Pinetina è un'area verde di 55 ettari che all'inizio del '900 ha visto iniziare una piantumazione di pini per fermare l'erosione verso la strada nazionale (poi Statale 63) e che poi è diventato un parco-zoo e, nel corso del secondo novecento, una frequentatissima meta della gita fuoriporta reggiana. Poi con gli anni duemila è iniziato un lento declino, anche dal punto di vista ambientale, con la pineta che ha ceduto il passo alla vegetazione autoctona. L'area della Pinetina è di proprietà della Provincia di Reggio che la gestisce in accordo con il Comune di Vezzano. Nel corso degli anni l'impegno finanziario della Provincia è andato progressivamente riducendosi passando dai 50.000 euro l'anno del 2013 ai 10.000 del 2021. Cifre che, al pari di convenzioni che non superano mai i 2-3 anni, non attraggono soggetti privati in grado di gestire e valorizzare l'area. Nel mentre il Comune di Vezzano non ha le capacità finanziarie e strutturali per una gestione diretta. A questo punto con soggetti pubblici non in grado di portare avanti una valorizzazione dell'area, potrebbe provocatoriamente non essere più un tabù la cessione, con determinati vincoli, ad un investitore privato. |
Lo scorso lunedì 25 marzo è stata presentata un'interrogazione alla giunta dell'Emilia Romagna che riguarda anche una parte del territorio di Vezzano piuttosto nota: Monte Duro. L'interrogazione è stata presentata dalla capogruppo di "Europa Verde" Silvia Zamboni su segnalazione dell'associazione ambientalista "Pro Natura" e riguarda in particolare il fenomeno del downhill, ovvero le discese in mountain bike sui sentieri di Monte Duro che coi suoi 740 metri di altezza è di gran lunga la "vetta" di Vezzano. Monte Duro è una zona SIC ovvero un sito naturalistico di interesse comunitario e quindi "protetto", dove alcune attività sono proibite e altre regolamentate. Ad esempio nell'area di Monte Duro non è possibile transitare sui sentieri con mezzi motorizzati come le moto da enduro o svolgere giochi di guerra simulata. A gestire l'area anche con regole specifiche è l'ente Parchi Emilia Centrale. Il problema riguarderebbe l'impatto che l'intensa attività di downhill negli ultimi anni avrebbe avuto sia sull'ambiente di Monte Duro sia sulla fruibilità e sicurezza dei percorsi per gli escursionisti "appiedati". Europa Vede sottolinea che "si tratta di uno sport pericoloso sia per chi lo pratica sia per chi si trovi accidentalmente sul percorso delle mountain bike, ed ha un notevole impatto ambientale sui sentieri, sul terreno e sulla fauna." Ed ancora: "Monte Duro è diventato luogo di pratica del downhill, con agenzie dedicate e profili Facebook che lo promuovono come “free ride paradise”, con servizi navetta, un pubblico anche internazionale ed un giro di affari apparentemente molto redditizio. l’aumento continuo delle persone e dei gruppi che praticano il downhill è stato causa di ripetuti incidenti e ha di fatto espulso gli altri visitatori della montagna dai sentieri ormai troppo pericolosi" La soluzione proposta è quella di regolamentare l'attività di downhill, riservandola solo su specifici percorsi autorizzati dall'ente Parchi Emilia Centrale. |
Le macchie rosse dei tulipani spontanei (specie "oculus solis" o "di Raddi") hanno già cominciato ad abbellire i prati verdi delle colline vezzanesi, a partire dalle ampie e coreografiche fioriture della valle del torrente Campola, dove però sono state anche segnalate purtroppo raccolte massive di tulipani. E' bene ricordare che in Emilia Romagna tutti i tulipani spontanei, eccetto la tipologia "sylvestris" (che è di colore giallo e quindi non confondibile con l'oculus solis) sono protetti e quindi c'è il divieto di raccolta o danneggiamento. Si è passibili di una multa da 25 a 250 euro. Ma il danno maggiore lo si fa a questo piccolo spettacolo della natura che va condiviso e non estirpato per fini personali. |
Nel 2023 l'Arpae, l'agenzia regionale per la protezione ambientale, ha svolto due campagne di analisi della qualità dell'aria a Vezzano, una estiva ed una invernale, in prossimità della Statale 63. Per otto settimane (il periodo minimo previsto dalla normativa) il laboratorio mobile ha raccolto i dati tra Piazza Libertà e Piazza Vittoria, a pochi metri dal traffico della statale. Ecco i risultati. |
La ciclopedonale matildica che collega Reggio a Vezzano, un pezzo di mobilità "green" che corre quasi sempre parallela alla statale 63, troverà un suo completamento con la realizzazione di un ponte sul torrente Campola. Attualmente infatti all'altezza del punto in cui la Campola confluisce nel Crostolo è necessario risalire sulla statale 63 per poi riprendere il tracciato in corrispondenza della caserma dei carabinieri di Vezzano. Un percorso tortuoso di circa un chilometro che pedoni e ciclisti conoscono bene. La realizzazione del ponte eliminerà questo pezzo e renderà la percorrenza fino al campo sportivo comunale retta e senza soluzioni di continuità, eliminando la risalita sulla statale 63. Il nuovo tracciato verrà realizzato grazie ad un finanziamento che l'area Mab Unesco ha garantito ai comuni aderenti. I fondi, pari a circa 200.000 euro, vengono dalla somma degli stanziamenti per i comuni di Vezzano, Quattro Castella, Albinea e Reggio. |
Martedì 19 settembre in Arabia Saudita l'Unesco (l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) ha inserito nella "World Heritage List" (la lista dei luoghi patrimonio dell'Umanità) anche le "Evaporitic Karst and Caves of Northern Apennines" ovvero in italiano il "Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale". In sostanza diventa patrimonio dell'umanità il vario sistema di fenomeni carsici (come le grotte) che interessano i gessi presenti nella dorsale collinare e montana dell'Emilia Romagna, tra la Romagna e la provincia di Reggio. Nelle aree che diventano Patrimonio dell'Umanità anche i gessi della bassa collina reggiana, anche quelli di Vezzano. Nella mappatura ufficiale però rimane fuori il Monte del Gesso. L'area di interesse rimane infatti sulla destra orografica del Crostolo: per intenderci dalla ciclopedonale verso Ca' de Lupo. E' una zona che è interessata da fenomeni carsici del gesso e, anche se ne è persa memoria nel tempo tra la popolazione, sono presenti ancor oggi quelle che vengono chiamate "tane". Una di queste ad esempio è la "Tana della Varina" meno nota di quella della "Mussina". Sono quasi 1.200 i siti mondiali patrimonio dell'umanità e 59 sono in Italia. La gran parte dei siti italiani è però di tipo "culturale" mentre quelli "patrimonio naturale" sono solo altri 5, tra questi le Dolomiti e l'Etna (compagni di lista piuttosto ingombranti). I patrimoni mondiali dell'umanità nella categoria Natura sono circa 200. Nell'immagine sotto: la mappa, solo l'area contornato con il tratto più scuro è quella che propriamente diventa patrimonio dell'umanità. |
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francesca ferrari commenta: Come fare per contattare la famiglia Benassi se si desidera visitare il leggi tutto...
Maurizio commenta: Salve Abbiamo novità in merito? A sedrio la fibra è ancora per leggi tutto...
Paolo commenta: Il pd ha vinto in emilia romagna,dove vince da 70 anni. Questa volta,ha leggi tutto...
A.G. commenta: Ma possiamo sensibilizzare anche chi è propetario di cani. Ho due vicini leggi tutto...
Camorani barbara commenta: Sono contenta una dimostrazione di intelligenza leggi tutto...
silvio filiaggi commenta: Caro Mattia, avendo contribuito, credo, a "un pezzetto di questa tua leggi tutto...
Franco Stazzoni commenta: Caro Mattia, quello che penso ce lo siamo detti in privato come era giusto leggi tutto...
rardTen commenta: posso usare l'italiano or leggi tutto...