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Una trentina, oltre ai consiglieri e relatori, i partecipanti all'assemblea sulla gestione dell'acqua di ieri sera a Vezzano. Numeri decisamente superiori ai normali consigli comunali (variabili di solito tra 0 e 2 spettatori). Una assemblea fiume, verrebbe da dire, molto lunga e discussa (dalle 20.30 a mezzanotte) in cui non sono mancate le scintille dialettiche, in particolare tra il rappresentante del comitato "Acqua Pubblica" Cesare Schieppati e il sindaco Bigi. Le soluzioni in campo Da una parte la soluzione "in house" ovvero la gestione del servizio idrico integrato totalmente pubblica, sostenuta da Schieppati: i debiti iniziali della nuova società (circa 150-200 milioni di euro) sarebbero ripagati in 25 anni dalle tariffe pagate dai clienti. E' il cosiddetto piano Agenia, dal nome della società di consulenza che lo ha elaborato. Dall'altra la società mista pubblico-privata illustrata dal sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini che prevede la creazione di una società pubblica a cui viene affidato senza gara il servizio idrico. Questa società selezionerà poi un partner privato operativo (del tutto prevedibilmente Iren) a cui cederà tra il 40 e il 49% di azioni. Verrà poi creata una società ad hoc da parte di Iren che sia strutturata solo per la gestione del servizio idrico nei comuni reggiani, così da aver maggior controllo territoriale e trasparenza. Le tappe La soluzione della gestione totalmente pubblica era stata appoggiata fino a metà del 2015 anche da sindaci del centro sinistra, che sono schiacciante maggioranza in provincia di Reggio. Da quel momento erano però sorti dubbi di natura finanziaria, in particolare sollevati dal Comune di Reggio, che temeva che una interpretazione della legge finanziaria 2014 costringesse i Comuni a mettere a bilancio i debiti di centinaia di milioni che avrebbe la nuova società pubblica, di fatto impedendo di fare investimenti su tutti gli altri settori di competenza. Per il comitato per l'acqua pubblica si tratta solo di un pretesto per affossare la ripubblicizzazione, tanto che in questi mesi nessun parere interpretativo della norma sui debiti è stato chiesto ufficialmente alla Corte dei Conti. Il prossimo 17 dicembre l'assemblea dei sindaci del territorio reggiano voterà a favore della creazione della nuova società a cui affidare la gestione dell'acqua. Nei mesi successivi poi verranno decisi tutti i dettagli operativi. La scadenza del 17 dicembre è perentoria perchè a fine anno scade l'attuale concessione ad Iren (già in proroga). Da lì in poi, senza atti formali, il servizio idrico dovrebbe essere messo a gara europea: il vero spauracchio di sindaci e comitato per l'acqua. L'analisi La soluzione della società mista pubblico-privato appare come un compromesso all'interno del Partito Democratico, diviso su questo tema anche fra i sindaci del territorio. Oltre alle posizioni ideologiche (chi favorevole del pubblico, chi del mercato) pesa anche il conflitto di interessi dei comuni più grandi: è bene ricordare che le azioni Iren sono anche in mano agli stessi Comuni, che ricevono dividendi molto ben voluti in tempi di magri bilanci. Ed è anche evidente che l'imminente scadenza della concessione a Iren ha spinto a trovare una soluzione ponte e meno "drastica" (ma non ancora del tutto chiara) della gara europea che avrebbe affidato ad un privato la gestione dell'acqua a Reggio e provincia per i prossimi 25 anni. (solo la gestione, perchè le reti in tutti i casi rimangono di proprietà pubblica). |
quindi il parere espresso dai cittadini nel referendum non conta nulla ? |
Quindi, fatemi capire: si sta litigando per decidere se la gestione dell'acqua sarà dei comuni, oppure dell'IREN, che è controllata dai comuni?? posso gattopardianamente azzardarmi a dire che la decisione non cambierà le cose? |
non meravigliamoci se al prossimo referendum non si raggiungerà il quorum. |
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